Le banche centrali
Cos'è una banca centrale?
Una banca centrale è un’istituzione pubblica che ha il compito di governare la valuta di un Paese o di un gruppo di Paesi. Per farlo, controlla e gestisce la quantità di moneta in circolazione. L’obiettivo principale di molte banche centrali (tra le quali la BCE, la Banca Centrale Europea) è la stabilità dei prezzi: in alcuni Paesi, come per esempio la Federal Reserve negli Stati Uniti, la banca centrale è anche tenuta per mandato ad agire a sostegno della piena occupazione.Stabilità dei prezzi
Mantenere la stabilità dei prezzi significa controllare che i prezzi al consumo non aumentino in misura significativa (inflazione), ma nemmeno diminuiscano in maniera prolungata (deflazione): l’eccessiva inflazione o deflazione per lunghi periodi hanno entrambe effetti negativi sull’economia. Se aumenta il prezzo di molti beni e servizi si perde potere di acquisto, un fenomeno che può innescare una spirale ascendente dei prezzi. Se tutto diventa più costoso, diventa più difficile per lavoratori e imprese pianificare il risparmio e gli investimenti con il risultato che una rapida perdita di valore può far perdere la fiducia dei cittadini nella moneta.Prolungati periodi di deflazione, al contrario, alimentano la convinzione che un bene che pensiamo di acquistare possa scendere ulteriormente di prezzo nei prossimi mesi, rimandando la spesa. Questo fenomeno può innescare una spirale discendente dei prezzi che può portare le aziende a ridurre o a congelare i salari, o persino a ricorrere a tagli di personale per fronteggiare il calo della domanda, generando disoccupazione. L’economia inizierà a rallentare nel momento in cui i consumatori e le imprese limiteranno consumi e investimenti. Uno scenario nel quale il gettito fiscale si contrae in seguito a un calo dei redditi e della spesa, mentre il debito pubblico va comunque rimborsato: in questa situazione lo Stato potrebbe vedersi costretto a ridurre la spesa pubblica per la sanità e le infrastrutture.
Tornando alla stabilità dei prezzi, la BCE si prefigge di mantenere l’inflazione su livelli “inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo”. Le ragioni di questo livello di prezzi al consumo sono molteplici. In primo luogo permette di disporre di un margine per una corretta misurazione del carovita. Il calcolo dell’inflazione è accurato ma potrebbe non tenere pienamente conto del fatto che la variazione dei prezzi al consumo possa essere dovuta a un miglioramento qualitativo: in questo caso i dati sull’inflazione potrebbero essere leggermente sovrastimati in quanto non incorporano il miglioramento della qualità finale per il consumatore. In secondo luogo la BCE si assicura un margine di sicurezza: puntando ad un’inflazione al 2% allontana il pericolo di deflazione rispetto ad un target fissato all’1% o allo zero. In terzo luogo, grazie a questa flessibilità la BCE ha la possibilità di mantenere la stabilità dei prezzi per l’intera area dell’euro: un tasso di inflazione inferiore ma prossimo al 2% resta un margine per possibili differenze fra i livelli di carovita nei vari paesi dell’Area.
Il costo del denaro e le altre funzioni delle banche centrali
Per governare la stabilità dei prezzi, la banca centrale fissa i tassi di interesse, ossia il “costo del denaro”. In pratica svolge il ruolo di banca delle banche commerciali: questa funzione le permette di influenzare il flusso di moneta e di credito nell’economia reale con l’obiettivo di preservare la stabilità dei prezzi. Le banche commerciali, dal canto loro, si possono rivolgere alla banca centrale per contrarre prestiti: per farlo devono consegnare attività, quali titoli di Stato o obbligazioni societarie, che abbiano un valore economico e fungano da garanzia del rimborso del prestito.Le banche commerciali possono erogare credito a lungo termine (prestiti e mutui) a fronte di depositi a breve termine e questo le espone a problemi di “liquidità”, ovvero a una situazione in cui pur disponendo dei fondi per saldare un debito (attivi patrimoniali) non sono in grado di monetizzarli in tempi rapidi. In situazioni di questo genere la banca centrale può intervenire in qualità di “prestatore di ultima istanza”, una funzione che contribuisce al mantenimento della stabilità del sistema finanziario. Tra le altre attività a disposizione delle banche centrali figurano anche l’emissione di monete e banconote, il controllo del regolare funzionamento dei sistemi di pagamento per le banche e degli strumenti finanziari negoziati, la gestione delle riserve ufficiali (valutarie e aurifere).
Infine, molte banche centrali – tra le quali anche la BCE – contribuiscono anche alla stabilità del sistema finanziario attraverso la vigilanza delle banche commerciali, allo scopo di assicurare che gli istituti di credito non assumano rischi eccessivi che possano compromettere l’intero sistema finanziario.