Gestione Patrimoniale
La Gestione Patrimoniale (c.d. GP) è un servizio che viene offerto da professionisti del risparmio gestito, per esempio banche, società di gestione del risparmio (SGR) e SIM, ai quali il risparmiatore delega la gestione del proprio patrimonio.Il risparmiatore sceglie la banca o la società di gestione, sottoscrive un mandato di gestione ed effettua il versamento della somma che intende investire, affidando ai professionisti dell’intermediario scelto la costruzione e la gestione del proprio portafoglio coerente con il suo profilo di rischio. L’obiettivo è quello di conferire i propri risparmi nelle mani di professionisti che possano generare una crescita, nel tempo, del capitale depositato tramite la creazione di un portafoglio personalizzato investito in molteplici strumenti finanziari previsti dalla linea di investimento scelta dall’investitore: azioni, obbligazioni, strumenti monetari, valute, ETF, fondi comuni, etc…
Il portafoglio viene allocato soltanto dopo che il risparmiatore ha compilato un questionario, tramite il quale vengono identificati i suoi obiettivi e il suo profilo di rischio (la cosiddetta profilazione). Questa modalità permette una accurata personalizzazione del portafoglio che verrà costruito sulla base del profilo dell’investitore, rispettando i suoi obiettivi di rendimento e il suo profilo di rischio.
A differenza dell’investimento nei fondi comuni, la gestione patrimoniale quindi prevede una gestione individuale del capitale. Infatti, nei fondi comuni i risparmi versati confluiscono in una “cassa comune” - il patrimonio del fondo - che viene gestita in modo indifferenziato per tutti i partecipanti. Nella gestione patrimoniale invece esiste un conto intestato del risparmiatore e tutte le operazioni sono registrate a suo nome. In pratica, nella gestione patrimoniale il risparmiatore, da un lato, concede un mandato di gestione dei risparmi sottoscrivendo una delle linee di investimento offerte dall’intermediario - il cui team di esperti deciderà su quali titoli investire e come e quando farlo - e, dall’altro, può eventualmente indicare delle preferenze nella gestione del capitale, il che personalizza il rapporto con l’intermediario.
Nell’investimento in fondi comuni, invece, il risparmiatore non può suggerire le modalità di impiego dei capitali al gestore, ma può soltanto scegliere il tipo di fondo a lui più congeniale, sempre nel rispetto dei vincoli normativi in tema di profilo di rischio e conoscenza: per esempio, azionario, bilanciato, obbligazionario, flessibile o monetario. Come nel caso dei fondi comuni d’investimento, anche per le gestioni patrimoniali il capitale investito non è vincolato e se ne può chiedere il rimborso parziale o totale in qualsiasi momento.
Le gestioni patrimoniali si dividono sostanzialmente in due tipi: Gestioni Patrimoniali Mobiliari (c.d. GPM) e Gestioni Patrimoniali in Fondi (c.d. GPF). Mentre nelle prime il patrimonio è investito principalmente in strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni, ETF e derivati, nelle seconde il capitale è detenuto in fondi comuni d’investimento.
Infine, le gestioni patrimoniali sono tra le soluzioni finanziarie più efficienti dal punto di vista fiscale in quanto le plusvalenze - derivanti da capital gain e/o interessi, dividendi e cedole - e le minusvalenze, attribuibili a capital loss e/o commissioni passive, si compensano tra loro. Le imposte vengono così quantificate e pagate solo se il risultato della gestione complessiva a fine anno o a seguito di un disinvestimento è positivo.