L'orizzonte temporale
Cos’è e quanto conta l’orizzonte temporale negli investimenti
- La prima cosa da considerare, quando si parla di investimenti, è l’orizzonte temporale. Può sembrare un concetto banale, ma è fondamentale per una corretta pianificazione finanziaria. Ma di cosa si tratta? In sostanza, nel mondo degli investimenti chiamiamo orizzonte temporale il tempo necessario per raggiungere il proprio obiettivo di investimento.
I diversi tipi di orizzonti temporali
- Se stai pensando di investire una somma di denaro, ancora prima di valutare il rischio che sei disposto ad assumerti, dovresti fissare un orizzonte temporale.
- Convenzionalmente si parla di: orizzonte temporale di breve periodo (inferiore a 12 mesi); di medio periodo (compreso tra i 3 e i 7 anni); di lungo periodo (con un arco temporale di investimento che supera i 7 anni).
Come l’orizzonte temporale dovrebbe entrare nelle scelte d’investimento
- Ogni volta che si sta considerando un certo investimento piuttosto che un altro bisognerebbe sempre chiedersi quanto tempo si ha a disposizione, ovvero quando si avrà bisogno dei soldi che si stanno destinando all’investimento.
- Più è elevato il livello di rischio di un investimento e più il mio orizzonte temporale dovrebbe essere lungo.
- Cercare infatti guadagni nell’immediato, quasi sempre, si rivela una scelta oltre che azzardata anche sbagliata, perché si potrebbe aver bisogno di uscire da quell’investimento nel momento sbagliato. Investire con un orizzonte temporale più lungo, invece, è una soluzione che normalmente alla lunga paga. La pazienza serve sempre, ancora di più quando si parla di investimenti.
La scelta per combattere la volatilità
- Il timore principale, quando si decide di investire una somma di denaro, è la volatilità al ribasso dei mercati finanziari, ossia le oscillazioni del prezzo nel corso del tempo. Ci sono diversi modi per mitigarne l’effetto, per esempio diversificando il proprio portafoglio, ma anche scegliendo un orizzonte temporale di medio-lungo periodo.
- Consideriamo il mercato azionario USA che è quello con la storia più lunga ed in particolare l’indice S&P 500 che è composto dalle azioni delle prime 500 aziende quotate nelle borse statunitensi. Un’analisi condotta su questo indice nei circa 80 anni dalla sua nascita, ovvero dal 1940 al 2018, evidenzia che all’aumentare dell’orizzonte temporale di investimento, la probabilità di incassare delle perdite decresce in modo significativo. Ad esempio, nell’arco di tempo considerato, osserviamo che i periodi con rendimenti ad un anno negativi dell’indice S&P500 sono pari al 22,8%. I periodi con rendimenti negativi tuttavia crollano al 2,9% se consideriamo rendimenti a dieci anni.
Gli errori da evitare
- La prima buona regola che ogni investitore dovrebbe seguire è quella di fissare un orizzonte temporale, meglio se di lungo periodo, e rispettarlo. Questo significa non vendere i prodotti che si è scelto di inserire in portafoglio ai primi segnali di nervosismo dei mercati. Nel breve, infatti, alcuni avvenimenti geopolitici, insieme ad altri fattori, possono incidere sul valore di un titolo o di un prodotto, ma nel medio-lungo periodo l’investimento se ben costruito avrà maggiori probabilità di dare dei buoni frutti.
- Definire, quindi, un orizzonte temporale e rispettarlo è il primo passo per valorizzare il proprio investimento. Una strategia che si riveli vincente non può prescindere dall’orizzonte temporale che, anzi, dovrebbe essere uno dei primi parametri da fissare.