Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 ci sono delle importanti differenze rispetto alle tipologie di pensione accessibili a chi ha iniziato prima del 1996.
L’unica tipologia identica è quella relativa alla pensione anticipata, che prevede un requisito contributivo pari a 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici donne e 42 anni e 10 mesi per i lavoratori uomini: tale requisito dal 2027 ricomincerà a crescere in parallelo all’aumento della speranza di vita.
Le differenze risiedono invece in un principio, che in sostanza stabilisce che
più si versano contributi, prima si potrà andare in pensione. Un meccanismo poco noto, ma sempre più importante alla luce delle recenti novità. In sostanza, per un lavoratore che ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi, c’è il normale requisito anagrafico, pari oggi a 67 anni, ma sarà possibile beneficiarne solo se si avrà una pensione mensile lorda di almeno 687 euro, pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Se la pensione basata sui contributi versati dovesse invece essere inferiore, magari perché si è lavorato per pochi anni o perché si sono percepiti redditi bassi e discontinui, sarà necessario aspettare il raggiungimento di 71 anni di età con almeno 5 di contribuzione minima. Ecco un forte motivo per acquisire consapevolezza sulla propria pensione: la misura dell’assegno pensionistico potrebbe influire sul tempo di entrata in pensione.
Ma c’è
una buona notizia per chi invece potrà beneficiare di una pensione pari a poco meno di 1.310 euro lordi al mese, superiore a 2,8 volte l’assegno sociale: in questo caso, avendo 20 anni di contribuzione, si potrà anticipare la pensione di tre anni, a 64 anni di età. Le regole prevedono dunque un vantaggio, in termini di tempo, per chi ha avuto un percorso lavorativo lungo, continuo e con buone retribuzioni: quello di poter andare in pensione tre anni prima. Una possibilità importante, che deve essere attentamente considerata all’interno delle proprie strategie previdenziali. In sintesi, a seconda del valore della pensione, con la normativa attuale
chi ha iniziato a contribuire dal 1996 in poi potrebbe veder variare l’età minima necessaria per poter andare in pensione tra i 64 ed i 71 anni.
Per tutte e tre le età considerate (64, 67 e 71 anni), sarà applicato l’adeguamento progressivo nel tempo all’aumento della speranza di vita evidenziato dal simbolo “+” in tabella.
Requisiti per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 - Tipologia Pensione
Requisiti |
Anticipata contributiva |
Vecchiaia |
Vecchiaia contributiva |
Anticipata |
Età |
64+ |
67+ |
71+ |
Non rilevante |
Contributi |
20 anni |
20 anni |
5 anni |
Donne: 41 anni e 10 mesi (+)
Uomini: 42 anni e 10 mesi (+) |
Note |
Se importo pensione superiore a 2,8 volte l’assegno sociale |
Se importo pensione compreso tra 1,5 e 2,8 volte l’assegno sociale |
Se importo pensione inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale |
Incrementi bloccati fino al 2026 |