La Regolamentazione Europea sulla Finanza Sostenibile
Secondo un recente studio dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, tra il 1980 e il 2022, le stime relative alle perdite economiche correlate a eventi climatici ed estremi (come siccità, alluvioni e ondate di calore) nei paesi dell’Unione Europea hanno raggiunto i 650 miliardi di euro.In relazione a ciò, e a partire dal Piano d’Azione per la finanza sostenibile del 2018, l’Unione Europea ha delineato la strategia e le misure da adottare per la realizzazione di un sistema finanziario in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, sociale e ambientale, contribuendo ad attuare l'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.
Pertanto, le tematiche ambientali, sociali e di governance (le cosiddette tematiche “ESG”- Enviromental, Social and Governance) hanno assunto, negli ultimi anni, un rilievo sempre più crescente nella valutazione degli investimenti.
In tale contesto dal 2019 a oggi, sono state emanate specifiche normative comunitarie con l’obiettivo di promuovere la sostenibilità integrandola anche nella prestazione dei servizi di investimento.
In particolare nel 2019 è stato emanato, il Regolamento UE 2088/2019 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (la cd. ”SFDR” – “Sustainable Finance Disclosure Regulation”) che introduce, nel quadro normativo europeo, concetti quali il “rischio di sostenibilità”, l’“investimento sostenibile” e i “fattori di sostenibilità”, nonché specifici obblighi informativi nei confronti della clientela al fine di adottare decisioni di investimento informate (ad esempio indicando se gli strumenti/prodotti finanziari abbiano caratteristiche ambientali e/o sociali, costituiscano investimenti sostenibili o si pongano obiettivi sostenibili e se le Società prodotto e gli intermediari che prestano il servizio di consulenza in materia di investimenti tengono in considerazione i rischi di sostenibilità, ossia eventi o condizioni ambientali, sociali o di governance, come i cambiamenti climatici, che potrebbero causare un impatto negativo sostanziale sul valore di un investimento e sugli impatti negativi degli investimenti, ossia tutti gli effetti negativi che le decisioni di investimento o la consulenza potrebbero avere sui fattori di sostenibilità.
Successivamente, a giugno del 2020, l’Unione Europea ha emanato anche il Regolamento UE 852/2020 (“Taxonomy”) che introduce la definizione di “investimento ecosostenibile” offrendo un ulteriore livello di trasparenza attraverso sei obiettivi ambientali specifici (come ad esempio: mitiga- zione e adattamento ai cambiamenti climatici, prevenzione e riduzione dell’inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità).
Infine, a luglio 2022, ad integrazione del Regolamento UE 2019/2088, è stato pubblicato il Regolamento delegato (UE) 2022/1288 con la finalità di esplicitare ulteriormente gli obblighi di disclosure nei confronti della clientela in tema di sostenibilità (ESG) sia in capo alle Società prodotto sia agli intermediari finanziari che prestano il servizio di consulenza nell’ambito dei servizi di investimento. In particolare, tali obblighi attengono al contenuto e alla presentazione di determinate informazioni sulla sostenibilità all’interno della documentazione e rendicontazione che viene fornita al cliente nonché sulle informazioni che devono essere presenti sui siti web (con particolare riferimento al principio di "non arrecare un danno significativo" nonché sugli indicatori e sugli effetti negativi per la sostenibilità).
L'obiettivo delle citate normative è quello di rafforzare la fiducia degli investitori e la trasparenza nei loro confronti. Per maggiori informazioni si rimanda alla pagina dedicata agli Investimenti sostenibili (ESG).
Fonti:
www.economiapertutti.bancaditalia.it
www.eurosif.org
www.unpri.org