L'aiuto del tempo
Nell’ultima settimana di febbraio gli indici di Borsa hanno registrato forti perdite come non si vedevano da parecchi anni. Uno sbandamento causato dalla diffusione dell’epidemia di coronavirus in Europa, con due focolai nel Nord Italia. Una situazione che, inevitabilmente, ha scosso gli investitori di tutto il mondo.È piuttosto normale che, soprattutto i piccoli investitori, siano preoccupati per i propri risparmi. Ma quello che è opportuno sapere è che l’attuale crisi non è la prima e, quasi certamente, non sarà nemmeno l’ultima. La storia insegna che i mercati finanziari hanno un andamento ciclico caratterizzato da una tendenza al rialzo di lungo periodo con fasi di caduta, talvolta di profonde dimensioni, relativamente più brevi.
Senza andare troppo indietro nel tempo, prima di questa crisi, per esempio, abbiamo affrontato l’attentato terroristico alle Torri Gemelle a New York, la grande crisi finanziaria del 2008- 2009 provocata dal fallimento della banca americana Lehman Brothers, la grande crisi del debito della zona euro dell’estate del 2011. Nel primo caso l’indice MSCI world delle Borse mondiali arrivò a perdere il 38% in euro prima di risalire, nel 2008-2009 la perdita si spinse al 50% dai massimi precedenti e nel 2011 la caduta dell’indice Eurostoxx delle azioni della zona euro sfiorò il -30% (fonte: MSCI International e Stoxx).
In tutti questi casi i mercati si sono sempre ripresi recuperando i massimi precedenti per poi registrare nuovi primati. Non si conosce il futuro, tantomeno quello dei mercati finanziari, ma la storia insegna che dopo ogni caduta, anche la più rovinosa c’è sempre stato un recupero. Le crisi infatti si superano se si guarda al lungo periodo evitando di dare troppa importanza al breve.
L’approccio corretto, infatti, consiste nel porsi alcune semplici domande, prima di decidere qualsiasi movimento nel proprio portafoglio, anche in situazioni caotiche come quelle che stiamo vivendo ora:
- Ho liquidità sufficiente per coprire le esigenze immediate della famiglia?
- Ho intenzione di disinvestire parte del mio portafoglio perché ho ben chiaro dove impiegare la somma ricavata?
- Conosco l’andamento degli strumenti finanziari presenti all’interno del mio portafoglio nel medio lungo termine?
In pratica, ci si deve interrogare su cosa serve e cosa si desidera. Vendere le azioni per spostarsi sulle obbligazioni significa, alla luce tassi attuali, rendimenti ancora più bassi rispetto ai già minimi di inizio anno. Se invece si disinveste per lasciare tutto in contanti, si rischia di avere troppa liquidità parcheggiata non cogliendo i potenziali guadagni futuri.
Investire è un esercizio di equilibrio. Occorre osservare l’evoluzione del mercato ma anche riflettere, scongiurando scelte emotive e garantirsi un’ampia diversificazione delle fonti di rendimento e dei rischi in portafoglio. È indispensabile trovare il punto di equilibrio tra le reazioni emotive, le decisioni effettive che occorre intraprendere e la personale propensione al rischio, consapevoli che il tempo potrebbe risultare a nostro favore facendo fruttare al momento giusto le nostre scelte di investimento.