Come evitare le "trappole mentali" del fai da te

Come evitare gli errori cognitivi dovuti a modalità sbagliate di interpretare la realtà.

Trappole mentali

Attenti al fai da te

La teoria finanziaria tradizionale si basa su un presupposto semplice: i mercati esprimono prezzi e valutazioni che riflettono in modo efficiente e razionale il valore di azioni, obbligazioni o materie prime. Semplice, ma non vero fino in fondo. In realtà è stato dimostrato che gli andamenti dei mercati risultano guidati prevalentemente da fattori psicologici ben poco razionali. Con tutte le conseguenze (negative) del caso sugli investimenti.

Le trappole

È stata la finanza comportamentale – che applica la psicologia cognitiva alla comprensione delle decisioni finanziarie – a svelare l’irrazionalità dei mercati. In base a queste ricerche è, infatti, possibile documentare come le scelte d’investimento degli individui siano influenzate da fattori emotivi che, attraverso scorciatoie mentali, incappano in una serie di errori cognitivi dovuti a modalità sbagliate di interpretare la realtà. Delle vere e proprie “trappole mentali” che determinano scelte sbagliate d’investimento nell’approccio “fai da te”.

L’eccesso di fiducia è una delle trappole mentali più insidiose per l’investitore ed è strettamente connessa all’eccesso di ottimismo. Due errori che si verificano quando chi investe tende a formulare previsioni troppo ottimistiche o a fidarsi troppo delle proprie capacità di valutazione. Cosa può succedere in questi casi? Per esempio, un investitore fortemente avverso alle perdite (altra trappola di cui parleremo) può scegliere un prodotto troppo rischioso.

Se fidarsi troppo di se stessi è pericoloso, seguire senza farsi domande il comportamento degli altri non assicura un risultato diverso. Anzi, e siamo alla trappola definita effetto gregge, la scarsa fiducia in noi stessi condiziona altrettanto negativamente le scelte d’investimento. Questo meccanismo mentale spinge a puntare, al rialzo o al ribasso, sul trend del momento basandosi esclusivamente sull’emulazione di comportamenti di altre persone che riteniamo più esperte e informate. Il risultato, anche in questo caso, può essere quello di puntare su strumenti finanziari inadeguati poiché troppo rischiosi spinti da euforia o panico derivati da altre persone.

Parlando di eccesso di fiducia e ottimismo abbiamo citato l’avversione alle perdite, una delle trappole mentali più frequenti nel fai da te e quindi più insidiose. Di cosa si tratta? In sostanza, a parità di investimento un ribasso procura una sofferenza maggiore rispetto a un guadagno equivalente. E’ stato calcolato che la sofferenza per una perdita è più di due volte superiore alla felicità per una vincita. Per non soffrire, quindi, tendiamo a vendere troppo presto investimenti in rialzo, per paura di un improvviso crollo, o a tenere troppo a lungo investimenti in calo, per paura di perdere denaro. Sempre nell’ambito della “naturale avversione alla perdita” emerge un diverso atteggiamento nella valutazione di uno stesso bene a seconda se sia in nostro possesso o meno: a quello in nostro possesso si tende ad attribuire un valore maggiore - perché nella nostra mente non possiamo accettare una perdita - e viceversa consideriamo di valore inferiore lo stesso bene posseduto da altri.

Da non trascurare neanche l’avversione alle incognite, l’approccio mentale che ci spinge a preferire soluzioni note rispetto a situazioni meno chiare. In pratica si preferisce un investimento ritenuto sicuro, che offra reddito fisso e regolare, rispetto a uno più volatile e meno prevedibile, anche se potenzialmente più redditizio. Una limitazione che diventa ancora più penalizzante dal momento che gli investitori tendono ad affezionarsi alle strategie adottate in passato anche quando le nuove condizioni di mercato le renderebbero poco coerenti con gli obiettivi di rischio-rendimento che si vogliono raggiungere. Un approccio, questo, che espone a tutti i pericoli di un portafoglio concentrato facendo spesso anche perdere le numerose opportunità offerte dai mercati a livello globale.

Inoltre, quando si parla di finanza comportamentale e dei rischi del fai da te bisogna tenere conto anche del contesto in cui si comincia a investire. Un errore comune, per esempio, è quello di pensare al risparmio quando ci si avvicina all’età della pensione, ma se non si hanno a disposizione redditi consistenti è già troppo tardi. Ragionando in modo razionale, infatti, l’ideale sarebbe cominciare a risparmiare da giovani, quando anche delle piccole somme mensili permetterebbero di costruire nel tempo un capitale cospicuo.

La soluzione

Le “trappole mentali” risultano, infatti, particolarmente insidiose per gli investitori “fai da te”. A tutti coloro che amano essere in prima fila sui mercati suggeriamo, quindi, di andare su prodotti diversificati e gestiti da professionisti esperti in grado di navigare i mercati complessi di oggi e di adattare prontamente i portafogli alle mutevoli condizioni di mercato.

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